
Migliora La Connettività Dei Porti Italiani
- By Antonella Teodoro
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- 13 Sep, 2019
Entro il 25 aprile 2020, la Commissione europea dovrà decidere se estendere o porre fine ad una normativa che ha caratterizzato il trasporto marittimo negli ultimi anni, il “Consortia Block Exemption Regulation (Consortia BER)" che prevede deroghe alla normativa antitrust per i consorzi tra le compagnie di navigazione. Il dibattito è molto forte e vede ai due antipodi le opinioni espresse dall'International Transport Forum (ITF) e dal World Shipping Council (WSC), rispettivamente contro e a favore di un'estensione della normativa. Si tratta di un momento cruciale per il trasporto marittimo, simile a quanto avvenuto nel 2008 quando, a seguito di una forte pressione da parte delle organizzazioni degli spedizionieri, le società di navigazione non hanno più potuto formare cartello nè fissare i prezzi.
In questo contesto legislativo, il settore marittimo ha visto l’intensificarsi del consolidamento tra le società marittime. Nel 2014, le prime 10 società di navigazione o le alleanze di allora controllavano meno del 70% della capacità globale. Nessuno aveva una quota di mercato superiore al 20%. Oggi le prime 10 linee di navigazione controllano oltre il 90% della capacità totale. Le acquisizioni nel mercato feeder rafforzano questo trend.
Tra i vari attori del settore dei trasporti interessati da questi cambiamenti, indubbiamente ci sono i porti. Un indicatore utilizzato per valutare gli impatti di tali cambiamenti è fornito dal Country Liner Shipping Connectivity Index (Country LSCI), indice che misura il grado di connettività dei porti sviluppato da UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo), sulla base dei dati forniti da MDS Transmodal.
Il Country LSCI è un indice sulla connettività dei porti specializzati nella movimentazione dei container attraverso il quale è possibile valutare, a livello comparativo, il grado di connettività su scala mondiale. L’indice descrive il livello di connettività di ogni paese rispetto alla Cina nel 2006, quando il Paese aveva il miglior livello di connettività (=100) – la Cina è ancora oggi ai vertici della classifica con un indice di 147 nel terzo trimestre del 2019. Questo indice riflette anche i principali cambiamenti nella domanda e le decisioni adottate dalle compagnie di navigazione (ad esempio, la loro decisione sulla gestione delle navi sulle varie rotte). Queste decisioni possono essere viste come una risposta agli investimenti portuali e alle riforme nei porti container da parte dei vari Paesi.
I dati più aggiornati su LSCI suggeriscono che la connettività cinese sia aumentata del 47% tra il terzo trimestre 2006 e lo stesso trimestre 2019 e del 1.5% tra il terzo trimestre 2018 e lo stesso trimestre 2019. I Paesi Bassi, Paese con l’indice di connettività tra i più alti in Europa, hanno visto crescere il loro indice da 72 a 85 tra il 2006Q3 e il 2019Q3. Iraq, Morocco, Poland, Qatar e Belize hanno invece visto la loro connettività crescere al tasso più veloce tra il terzo trimestre 2006 e lo stesso periodo 2019. Di contro solo un numero limitato di Paesi ha osservato una diminuzione del proprio indice durante questo periodo (tra questi, Yemen e Venezuela); questi Paesi, tuttavia, rappresentato circa 6% della popolazione mondiale.
LSCI in Europa e in Italia
Nel terzo trimestre 2019, i Paesi Bassi sono passati dal 2° al 1° posto
della classifica europea e mediterranea per la connettività, con il loro LSCI passato
da 84 nel 2018Q3 a 85 nel 2019Q3. Il Belgio, con un LSCI stabile ad 84 punti
nel 2019Q3, è passato dal 3° al 2° posto in classifica.
Il Regno Unito è scivolato dall'1° al 3° nell'ultimo anno, con il suo
indice sceso da 85 a 83 a causa del peggioramento di alcuni dei componenti alla
base del LSCI, ovvero il numero dei servizi marittimi, il numero delle visite
portuali, il numero degli operatori. Tra i Paesi del Nord Europa, la Germania
rimane al 5° posto, nonostante il suo LSCI sia passato da 82 a 79 nel periodo
osservato. L’indice di connettività per i porti francesi hanno conosciuto una flessione
da 72 nel 2018Q3 a 66 nel 2019Q3 portando la Francia dal 6° al 7° posto.
Al contrario, i Paesi mediterranei che si trovano tra i primi 10 hanno
generalmente visto un miglioramento della loro connettività nell'ultimo anno
grazie ad una più ampia strategia da parte delle linea di navigazione a favore
del Mediterraneo rispetto ai porti del Nord Europa. I migliori esempi sono
forniti da Italia e Grecia che hanno entrambi visto un aumento del numero dei
servizi con navi più grandi. La dimensione media (per servizio marittimo) massima
delle navi in Italia è passata da 14.775 a 18.248 TEU con il lancio del
servizio 2M ALLIANCE - JADE / AE11 che fa scalo a Gioia Tauro, principale porto
transhipment italiano e che sta ora beneficiando del controllo da parte gruppo
MSC; questo ha permesso al Paese di passare dal 7° posto al 6° e il suo indice di
salire da 64 a 69. Con il servizio OCEAN ALLIANCE - FAL5/LL1/NE1/AEU1 è
aumentata la capienza media (per servizio marittimo) delle navi ospitate dal
porto di Pireo da 18.343 a 20.319 TEU, l'indice greco è salito di cinque punti
a 59 e ha permesso al paese di rivendicare la decima posizione a spese del Portogallo.
Concentrandosi sui mercati italiani, emerge che Trieste è stato l’altro
porto a beneficiare di un miglioramento nel suo LSCI, passando da 30 nel 2018Q3
a 35 nel 2019Q3. L'aumento è stato principalmente guidato dall’aumento della
dimensione delle navi ospitate dal porto; nel 2019Q3 la dimensione media (per
servizio marittimo) massima è passata da circa 13.000 ad oltre 15.000 TEU
offerte dal servizio marittimo 2M ALLIANCE - PHX/AE12.
Di contro, Salerno ha visto un calo di sette punti nel suo LSCI da 23 nel
2018Q3 a 16 nel 2019Q3. Il calo è stato dovuto ad una riduzione in tutti i sei
indicatori alla base del LSCI, con i servizi marittimi passata da 22 a 16 e la
capienza media (per servizio) massima delle navi passata da quasi 6.000 TEU a
circa 4.300 TEU nel 2019Q3.
Complessivamente il livello di connettività portuale in Italia è migliorato mostrando un crescente interesse per i porti italiani da parte delle compagnie di navigazione. I porti italiani stanno attirando sempre maggiore attenzione da parte degli investitori cinesi con i quali il Governo italiano ha firmato un Memorandum of Understanding (MoU) lo scorso marzo formalmente aderendo alla Belt and Road Initiative (BRI). Il MoU (che comprende 29 accordi in tutto), sebbene non vincolante, è strategicamente importante per l'Italia (non solo per il settore portuale) con le sue implicazioni e risvolti sotto l’occhio attento dell’Unione Europea e del resto del mondo. In ambito marittimo, l’attenzione delle compagnie cinesi potrebbe intensificarsi, a seguito delle incertezze sul futuro dei piani di investimento presentati dalla compagnia di navigazione COSCO per il porto di Pireo e respinti dal Consiglio archeologico centrale Greco.

First published on TIR
website (Italian) September 2019